Il segreto della personalità di Lev Abalkin

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Quarto. Tutti dovranno specializzarsi in materie extraterrestri, in modo che le circostanze della loro vita e del loro lavoro impediscano in modo naturale il loro ritorno sulla Terra, anche per brevi periodi. Motivo: la logica più elementare. Siamo costretti ad andare incontro ai Nomadi, ma dobbiamo fare tutto il possibile perché in futuro (e quanto prima, tanto meglio) abbandonino questa strada. Per il nostro bene.

Come era prevedibile, «le quattro richieste di Sikorski» suscitarono uno scoppio di ostilità. I partecipanti alla riunione, come tutte le persone normali, non sopportavano nessun tipo di segreto, di reticenza e, in genere, non sopportavano il COMCON-2. Ma Sikorski aveva previsto giusto; gli psicologi e i sociologi, dopo aver dato sfogo a comprensibili emozioni, fecero lavorare il cervello e si schierarono dalla sua parte. Con la legge sul segreto della personalità c’era poco da scherzare. Si poteva immaginare facilmente e senza troppo sforzo tutta una serie di situazioni spiacevoli che potevano crearsi in futuro nel caso non ci si attenesse alle prime due “richieste”. Provate un po’ ad immaginarvi la psiche di un uomo che viene a sapere di essere venuto al mondo da un’incubatrice, messa in moto quarantacinquemila anni prima da mostri sconosciuti, con uno scopo sconosciuto, e che inoltre viene a sapere che lo sanno tutti. E se ha un’immaginazione appena appena sviluppata arriverà inevitabilmente alla conclusione che lui, terrestre fino alla cima dei capelli, che non ha mai conosciuto e amato nulla oltre alla Terra, porta in sé, forse, una terribile minaccia per l’umanità. Un’idea del genere potrebbe causare in un uomo un tale trauma psichico, che nemmeno i migliori specialisti riuscirebbero a guarirlo.

Le conclusioni degli psicologi furono corroborate da un intervento improvviso e insolitamente sferzante di Machiro Sinoda, che disse chiaro e tondo che ci si preoccupava troppo dei tredici marmocchi non ancora nati e troppo poco del pericolo potenziale che essi rappresentavano per l’antica Terra. Come risultato tutte le “quattro richieste” furono accettate a grande maggioranza e Rudolf Sikorski fu incaricato all’istante di elaborare e realizzare le iniziative adeguate. E per tempo.

Il 5 gennaio, Leonid Andreevič Gorbovskij, leggermente allarmato, telefonò a Rudolf Sikorski. Pare che una mezz’ora prima avesse avuto un colloquio con un vecchio amico, uno xenologo di Tagora, accreditato durante gli ultimi due anni presso l’Università di Mosca. Durante il colloquio, il tagorese si era informato, come di sfuggita, se avesse poi trovato conferma il comunicato apparso qualche giorno prima sull’insolita scoperta nel sistema EN 9173. Colto di sorpresa da questa innocente domanda, Gorbovskij cominciò a farfugliare qualcosa di incomprensibile sul fatto che già da tempo non era più Esploratore, che questo non rientrava nella sfera dei suoi interessi, che in realtà non era al corrente, e alla fine annunciò sollevato e in tutta sincerità che non aveva letto questa comunicazione. Il tagorese si affrettò a cambiare argomento, ma ciò nonostante a Gorbovskij questa parte del colloquio lasciò un senso di allarme.

Rudolf Sikorski capì che quella conversazione avrebbe avuto un seguito. E non si sbagliava.

Il 7 gennaio, senza preavviso, lo stimatissimo dottor As-Su appena giunto da Tagora andò a trovano da collega a collega, per così dire. Scopo della visita era precisare tutta una serie di particolari assolutamente essenziali che riguardavano l’accennato ampliamento della sfera di attività degli osservatori ufficiali di Tagora sul nostro pianeta. Quando l’argomento fu esaurito e il piccolo dottor As-Su si dedicò alla sua bevanda terrestre preferita (caffè d’orzo freddo con miele sintetico), cominciarono a scambiarsi curiosi e strani aneddoti storici, di cui erano cultori e che raccontavano con grande maestria.

In particolare, il dottor As-Su raccontò che, centocinquanta anni terrestri prima, alla posa della prima pietra della Terza Grande Macchina, gli edili di Tagora avevano trovato nella massa di basalto del Continente Subpolare un impressionante ordigno, che in termini terrestri si sarebbe potuto definire un nido ingegnosamente costruito contenente duecentotré larve di Tagoriani in stato latente. Non si riuscì a stabilire con precisione l’età della scoperta, tuttavia era chiaro che il nido era stato collocato li molto tempo prima della Grande Rivoluzione Genetica, cioè ancora nei tempi in cui ciascun tagorese nel suo sviluppo attraversava lo stadio della larva…

— Impressionante, — borbottò Sikorski. — Possibile che già a quei tempi il suo popolo possedesse una tecnologia così sviluppata?

— Naturalmente no! — rispose il dottor As-Su. — Ovviamente, si trattava di un’impresa dei Nomadi.

— Ma perché?

— È troppo difficile rispondere a questa domanda. Non abbiamo nemmeno cercato la risposta.

— E che cosa è poi successo a questi duecento piccoli tagoresi?

— Ehm… Lei fa una strana domanda. Le larve cominciarono a svilupparsi spontaneamente e noi, ovviamente, abbiamo immediatamente distrutto questo macchinario con tutto quello che conteneva… Può veramente immaginarsi un popolo che si sarebbe comportato diversamente in una situazione del genere?

— Posso, — disse Sikorski.

Il giorno dopo, l’otto gennaio dell’anno 38, Sua Eccellenza l’ambasciatore di Tagora Unita ritornò in patria per ragioni di salute. Dopo alcuni giorni, sulla Terra e su tutti gli altri pianeti dove vivevano e lavoravano terrestri, non era rimasto nemmeno un Tagoriano. Ma dopo un mese tutti i terrestri che lavoravano su Tagora, senza esclusione, furono posti davanti alla necessità imprescindibile di tornare sulla Terra. I legami con Tagora si interruppero per venticinque anni.


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